Arriva settembre e tutti soffriamo della sindrome da rientro, non importa se siamo stati in ferie a luglio o ad agosto, se siamo freschi di vacanza o se ce la siamo già scordata insieme all’abbronzatura e al buon umore, sempre che almeno quello ci sia stato… tra una partenza ed un arrivo, le code interminabili, i ritardi e le cancellazioni, insomma tra i mille inconvenienti che si scatenano ogni volta che si arriva il fatidico giorno della partenza e noi siamo come pentole a pressione pronte a scoppiare in faccia a chiunque ci tocchi la valvolina nel momento sbagliato. Ecco che arriva settembre e quella meravigliosa illusione, quel miraggio nel deserto, quella agognata chimera attesa per tutto l’anno..si sgonfia come un soufflè mal riuscito. Tutto procede a fatica, i problemi si moltiplicano, la voglia di risolverli si divide, l’ansia si somma, la fiducia si sottrae. Mal di testa, capogiri, difficoltà di concentrazione, stordimento e mal umore… Che cosa succede? Tutti la chiamano: sindrome da rientro! Ma che cosa rientra? E da dove? E poi chi è uscito? Forse qualche parte di noi è uscita di casa per “andare a prendere le sigarette” e non è ancora tornata? Certo è un gran dispiacere che l’estate sia finita… ma a cosa è dovuto questo stordimento e questa impossibilità di gestire i nostri stati d’animo e l’abbattimento interiore che ci sovrasta?
Durante l’estate, in un modo o nell’altro, chi più chi meno, per breve o lungo tempo, abbiamo potuto sperimentare uno stato di vacanza, dal verbo latino vacare: essere vuoto, libero. Molto spesso questa condizione di vuoto e libertà viene sperimentata solo all’esterno di noi stessi…infatti gli impegni lavorativi si interrompono o si riducono, i ritmi si fanno più lenti, le movenze più placide, il vestiario più colorato e fluttuante, se si riesce si stacca la spina, espressione che esprime in pieno il nostro considerarci dei macchinari che devono sempre essere pronti all’uso. Infatti ormai il tasto per on/off non è più contemplato, proprio come per i televisori di adesso che non hanno più un tasto di accensione e spegnimento, tanto che anche di notte, come spettri terrifici o poltergeist mediatici, si accendono spaventando a morte il nostro sistema nervoso già provato. Ora se non si stacca la spina significa essere sempre in funzionamento. Addirittura si è diffusa una nuova corrente di pensiero che sostiene che forse è meglio non fare neanche le vacanze estive perché così è più facile riprendere e non si soffre più per la sindrome da rientro! Effettivamente riuscire a fare il vacuum al di fuori e all’interno di sé non è da tutti… Eppure è PER TUTTI!!! Il problema reale non è se andare in vacanza o no o se e come ricominciare. Il problema è quello che forse non si sperimenta mai un effettivo vuoto dentro di sé, quello che nessun ci potrà mai portare via. Il vacuum interiore di cui avremmo tanto bisogno non è qualcosa che finisce come le ferie o come l’estate, ma è qualcosa che si sedimenta dentro di noi creando un nuovo SPAZIO e un nuovo TEMPO interiore che ci permette di salvaguardarci dalle aspettative e dalle richieste sempre più abnormi e spropositate che il vivere quotidiano ci impone. Quando viviamo, sempre accesi, come dei macchinari sempre pronti all’uso, riduciamo sempre di più quello spazio/tempo interiore che ci appartiene per diritto in quanto esseri umani! Quando si crea questo sostanziale schiacciamento della realtà interiore, iniziamo a vivere completamente aderenti all’ambiente esterno, spietatamente esposti ad ogni intemperia e difficoltà senza però avere più il tempo e lo spazio per risolverla. Quando lo spazio interiore, ed il respiro fondamentale che ne deriva, si riduce perdiamo parte della nostra umanità e ci aggiriamo come animali rabbiosi alla ricerca di riparo e di sollievo, ma non è certo un breve periodo di vacanza che potrà risolvere in modo duraturo questa condizione di sofferenza. La vacanza può dimostrarsi veramente un’esperienza trasformativa e rigenerante a patto che sia possibile sviluppare, durante l’arco di tutto l’anno, un’attitudine all’ascolto di se stessi per la creazione di un nuovo spazio interiore che permetta di coltivare, come in un giardino segreto, tutte le risorse di cui abbiamo bisogno.
Coltivare un giardino interiore di creatività, positività e buon umore consente di:
- AFFRONTARE gli eventi esterni con infinite possibilità in più di risoluzione
- GESTIRE il proprio patrimonio emozionale con tutte quelle meravigliose sfumature di cui siamo capaci per comprendere con chiarezza la realtà esterna
- PENSARE in modo corretto e non influenzato dalla stanchezza e dall’ansia
- PARLARE in modo chiaro e comunicativo per migliorare le nostre relazioni interpersonali
- AGIRE in modo determinato ed efficace per scegliere veramente chi volgiamo essere e come vogliamo vivere la nostra unica e preziosa esistenza.
Ecco che, quando nella nostra vita di tutti i giorni diveniamo portatori sani di giardini interiori di creatività, gioia e auto-determinazione, allora diveniamo anche consapevoli che nessuna fine di vacanza potrà mai toglierci questo tesoro prezioso che ci arricchisce dall’interno.
Come possiamo coltivare, con cura e dedizione, questo giardino interiore che ci riconnette alla nostra natura profonda di esseri umani?
Ci sono infinite tecniche e pratiche attive ed espressive che nascono con questo intento e che ognuno può facilmente incontrare lungo il proprio cammino. Personalmente quelle pratico e insegno da molti anni sono derivate dalla Drammaterapia, una disciplina creativa che opera con estrema delicatezza e leggerezza e che si fonda sul gioco espressivo e la teatralità in senso ampio e metaforico. In particolare i percorsi individuali permettono di lavorare sull’attivazione del proprio spazio interiore per lo sviluppo dell’immaginario creativo e l’innesco di circoli virtuosi di benessere psico-fisico ed emozionale. Le persone che entrano in questo luogo di accoglienza di se stessi riescono poi a sviluppare un atteggiamento più consapevole e creativo che consente loro di attivare nuove risorse per seguire istintivamente una qualità di vita migliore.
Perché non dire addio alla sindrome da rientro e non dare invece un gioioso benvenuto al mese di settembre portatore di nuove azioni per la cura e lo sviluppo del nostro prezioso giardino interiore?
Buone nuove azioni!
Laura Mercadante
Drammaterapeuta SPID
Società Professionale Italiana Drammaterapia
Colloqui preliminari per conoscere la Drammaterapia Individuale gratuiti per tutto il mese di settembre!!!
Per info e appuntamenti:
drammaterapiaindividuale@gmail.com
l.mercadante@drammaterapia.net
Prossimo seminario:
ANATOMIA TEATRALE E METAFORA
Tecniche di rilassamento, visualizzazione e teatralità in relazione al corpo fisico, al corpo emozionale e al corpo metaforico.
Domenica 22 settembre 2019 h.10-18
Dagnente (Arona)
La Drammaterapia è un’ attività disciplinata ai sensi della legge n.4 del gennaio 2013, art1, comma 2. Norma UNI 2015: “Figure professionali operanti nell’ambito della Artiterapie”.