Ogni lavoro di Drammaterapia ha una struttura ben definita: la successione temporale degli incontri è scandita dai tre momenti della Fondazione, Creazione e Restituzione
La Fondazione
È la prima e più delicata fase del processo drammaterapeutico, non solo perché ne sancisce l’avvio, ma soprattutto perché stabilisce una prima connessione tra conduttore e singoli partecipanti. La dimensione del gruppo è latente ma non ancora del tutto presente. Esistono invece molti singoli soggetti riuniti, che si osservano e ti osservano. La fondazione rappresenta in questo senso la fase di ingaggio, di lenta strutturazione del gruppo e prevede momenti di affiatamento, esercizi che rafforzano la fiducia nel conduttore, nel gruppo, in se stessi.
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La Creazione
Momento centrale del processo drammaterapeutico. Il gruppo è più compatto, il clima tende ad essere maggiormente collaborativo e protettivo. Ci si sente maggiormente disponibili ad accogliere con curiosità e rispetto il progressivo rivelarsi di ogni singolo partecipante e si sente meno la cosiddetta ansia da prestazione iniziale. In questa fase iniziano ad emergere alcuni temi principali cari al gruppo e al singolo e prendono forma le prime scene teatrali.
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La Restituzione
Ultimo momento del processo drammaterapeutico
La Restituzione rappresenta il rito di passaggio che separa la realtà drammatica dalla quotidianità. I partecipanti – in gruppo o singolarmente – possono rileggere l’esperienza, riflettere sulle tematiche emerse, riconoscere le loro difese, decidere come proseguire. Ciò che è stato sperimentato, proiettato, agito in scena viene portato a coscienza, e quindi a conoscenza. Grazie a questo spazio dedicato al dialogo con se stessi e con gli altri i partecipanti arrivano a una nuova rilettura di sé stessi e una nuova comprensione delle proprie reti relazionali. Dovrebbe essere visibile in questa fase una trasformazione o un piccolo cambiamento, almeno in germe.
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